MBDA Deutschland ha mostrato diverse rappresentazioni del suo nuovo progetto per un missile da crociera stand-off – con raggio d’azione sufficiente a garantire l’incolumità del personale operante da possibili contrattacchi nemici.
Il Remote Carrier Multidomain Multirole Effector (o RCM2) avrà peso inferiore ai 340 kg, lunghezza di 4 metri ca. e raggio d’azione superiore a 500 km. La struttura del missile presenta forme atte a ridurne la visibilità ai radar e un muso sfaccettato con finestrelle per la sensoristica. Le superfici alari principali sono del tipo “a scomparsa” e posizionate sul dorso del missile, mentre la coda presenta due impennaggi verticali e due stabilizzatori orizzontali.
L’RCM2 sarà munito di turbogetto (o turboventola), alimentato da due prese d’aria convenzionali laterali, potrà essere usato sulle corte e lunghe distanze (grazie ad un booster specifico).
Il missile prevede comandi “handover”, capaci di ricevere input da diversi operatori collegati in rete. Questo a garantire anche la possibilità di operare all’interno di sciami.
L’RCM², somigliante al missile da crociera Taurus di MBDA e BAE Systems, fa della versatilità il suo punto forte: il nuovo missile da crocerà potrà trasportare diversi carichi utili, come testate cinetiche, equipaggiamenti elettronici di combattimento e disturbo (per guerra elettronica e jamming). Sarà inoltre lanciabile da diverse piattaforme, quali: fregate con sistemi VLS Mk41; velivoli da combattimento e non, come aerei da trasporto A-400M (analogamente al concept Rapid Dragon statunitense); mezzi terrestri, tra cui l’MLRS M270 e l’HIMARS.
Diversamente da altri missili da crociera, l’RCM² avrà la capacità di circuitare, tipica delle munizioni vaganti, aumentando così la probabilità di colpire l’obbiettivo designato anche in ambienti GPS-negati o fortemente disturbati, come il contesto ucraino odierno. Congiuntamente alla guida GPS, l’RCM² presenterà un sistema di navigazione inerziale, un sistema TERCOM, per seguire il terreno, e sensori di ricerca agli infrarossi.
Grazie alla sua sensoristica il missile potrà, poi, eseguire ricognizioni pre-ingaggio, fornendo dati in tempo reale del bersaglio, aumentando la precisione degli attacchi e riducendo al minimo gli effetti collaterali.
Le tempistiche relative al progetto RCM² non sono state ufficializzate, ma data la possibilità di essere impiegato da aerei da caccia e la partnership tra MBDA Deutschland e la spagnola SATNUS fanno presumere che accompagnerà l’entrata in servizio del caccia di sesta generazione derivante dal progetto FCAS/SCAF (una collaborazione tra Francia, Germania e Spagna) previsto dopo il 2040. Oppure, potrebbe persino essere impiegato precedentemente dall’Eurofighter Typhoon qualora questo venisse aggiornato allo stadio LTE (Long-term Evolution) verso il 2030.
Sicuramente l’RCM2 è una risposta alla lacuna che membri NATO europei, come Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia e Svezia, hanno relativamente ai missili stand-off. Specialmente se questi vengono comparati alla Russia e all’impiego massivo di missili da crociera e balistici che questa fa in Ucraina. Non è un caso che alcune di queste nazioni abbiano lanciato l’ELSA (European Long-Range Strike Approach) nell’estate del 2024 e altre stiano aderendo al progetto.