Il Nocciòlo della Discordia

Aggiornato il 29 novembre 2024

24Quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. 25Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.” – Genesi, capitolo 19.

Nella giornata di giovedì 21 novembre 2024, la Russia ha dato prova dell’uso di un “nuovo missile balistico a raggio intermedio” (IRBM), come ha riferito il presidente della Federazione russa, Putin, in un video ufficiale. Questo è stato lanciato sulla città di Dnipro, nella regione di Dnepropetrovs’k, per colpire lo stabilimento “Yuzhmash” (oggi “PA Pivdenmash”), storica produttrice di sistemi missilistici per l’URSS.

L’IRBM “Oreshnik” (“Nocciòlo” in russo), con capacità nucleare, è stato armato per l’occasione con 6 sub-testate multiple indipendenti (MIRVs) caricate a loro volta con 6 sub-munizioni convenzionali (inerti o cariche termobariche).

6 sub-munizioni di una sub-testata MIRV riprese nei pressi della città di Dnipro

La gittata presumibile sarebbe compresa tra i 1.000 e i 6.000 km, dato che Putin ha asserito la capacità di colpire qualsiasi base militare in Europa con il nuovo missile, e avrebbe un peso di 36-50 tonnellate. Questi dati derivano parzialmente da quelli relativi al missile RS-26 “Rubezh” a propellente solido basato su trasportatori ruotati. Questo viene identificato come base per lo sviluppo dell’Oreshnik. La natura del Rubezh è discussa: potrebbe essere un missile balistico intercontinentale o uno a raggio intermedio, dato che durante un test condotto nel 2012 ha superato i 5.500 km di volo ma durante altri tre condotti tra il 2012 e il 2015 a pieno carico il missile non ha superato i 2.000 km. Di quest’arma si sa poco, ma è sicuramente stata usata per accusare Mosca di aver sviluppato un IRBM – sistema proibito al Trattato sulle Forze Nucleari a Medio Raggio (INF Treaty) del 1987 – da parte dell’Amministrazione Trump nel 2017. Dopo l’accusa, nel 2018, gli USA hanno sospeso unilateralmente l’ottemperanza a questo trattato e, nell’agosto del 2019, gli Stati Uniti si sono formalmente ritirati dal trattato. A seguito di ciò, nel luglio 2024, Putin ha dichiarato che la Russia si sarebbe considerata “libera dalla precedente moratoria unilaterale sullo schieramento dei missili a corto e medio raggio” e dopo 5 mesi il risultato si è scagliato sull’Ucraina.

Resti dell’Oreshnik rinvenuti dagli ucraini.

L’Oreshnik è stato usato come dimostrazione di capacità a seguito dell’autorizzazione da parte degli USA e della Gran Bretagna a usare missili balistici a corto raggio ATacMS (impiegati il 19 novembre per colpire la città di Brjansk) e missili da crociera franco-inglesi Storm Shadow (lanciati il 21 novembre verso Kursk e Bryansk) per colpire il territorio russo. Tutto questo perché il Cremlino, ha spiegato sempre Putin, ha ragione di credere che queste armi vengano usate con il pieno supporto logistico e di intelligence da parte delle forze armate occidentali, data la loro complessità operativa intrinseca. Oltre a ciò, il presidente della Federazione russa si dimostra preoccupato verso le basi in Polonia e Romania che ospitano sistemi di lancio missilistici, ora usati per il sistema di difesa missilistici AEGIS.

Putin, analisti occidentali del Centro di Studi Strategici e Internazionali, esperti statunitensi e ufficiali ucraini sono concordi nel dire che sarà estremamente difficile per i sistemi di difesa missilistica intercettare l’Oreshnik. Questo poiché le testate MIRVs, puntabili in modo indipendente, raggiungono velocità ipersoniche (superiori a 10 Mach) in fase di rientro e perché gli IRBM hanno tempi di volo ben inferiori a quelli degli ICBM – l’Oreshnik ha impiegato infatti solo 15 minuti per raggiungere Dnipro dal cosmodromo di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan.

I missili balistici, infatti, hanno tre fasi di volo: fase di spinta, di volo libero e di rientro. Durante la prima è fisicamente impossibile operare un’intercettazione date la velocità e il raggio d’azione necessari a raggiungere il missile una volta rilevatone il lancio. La seconda fase è la più sensibile per il volo del missile balistico – dato che questo decelera e raggiunge l’apice della traiettoria prima di sganciare le testate – ma l’Oreshnik raggiunge l’eterosfera prima di separare l’ultimo stadio di propulsione, quindi servirebbe un intercettatore capace di raggiungere simili quote. L’ultima fase è la più sicura per il missile balistico, dato che la sua testata (o testate) raggiungono velocità ipersoniche e si ricoprono di plasma (qui per approfondire).

Putin ha chiaramente voluto dimostrare le capacità della Federazione russa in campo missilistico, riferendo anche che la produzione dell’Oreshnik sarebbe già iniziata e già sarebbero presenti alcune scorte di questi missili.

L’uso di questo missile è, però, risultato nell’ennesima scommessa capace di far sprofondare il mondo in una nuova guerra mondiale: anche i francesi hanno autorizzato gli ucraini ad usare i loro missili da crociera, gli SCALP-EG, per colpire il territorio russo. Insomma, ogni schieramento provoca l’altro per misurare la volontà (o la stupidità) di compiere il prossimo passo. Continuando così, in un batter d’occhio, ci potremmo ritrovare bombardati come gli ucraini da qualcosa che nemmeno conosciamo, mentre la Federazione russa potrebbe essere colpita da armi NATO mai viste.

Aggiornamento:

Alcuni dati condivisi tramite un canale Telegram ufficiale del governo russo ribadiscono e arricchiscono i dati già dichiarati dal presidente Putin:

  • la capacità nucleare sarebbe di 900 kton (60 volte ca. la potenza di Little Boy e Fat Man);
  • la massima velocità delle testate al rientro sarebbe di 10 Mach;
  • il massimo carico utile sarebbe di 1,5 ton;
  • il missile, lanciato dal cosmodromo di Kapustin Yar, sarebbe in grado di raggiungere: la base missilistica NATO di Redzikowo, in Polonia, in 11 minuti; la base aerea NATO di Ramstein, in Germania, in 15 minuti; il QG NATO a Bruxelles in 17 minuti.

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