Estinguere le zanzare: un’analisi tra etica e tecnologia

Le zanzare sono responsabili della trasmissione di malattie che ogni anno causano la morte di circa 700.000 persone. Tra queste malattie si annoverano la malaria, la dengue, il virus Zika e la febbre gialla. Di fronte a questo, la comunità scientifica ha sviluppato nuovi strumenti di difesa, con la possibilità concreta di ridurre drasticamente la loro popolazione o causarne direttamente l’estinzione.

Una delle tecnologie più promettenti in questo contesto è il gene drive, un meccanismo genetico che potrebbe permettere di alterare permanentemente le popolazioni di zanzare in natura. Normalmente, durante la riproduzione, ogni gene ha il 50% di possibilità di essere trasmesso alla generazione successiva. Tuttavia, il gene drive altera questo equilibrio, facendo in modo che un determinato allele venga ereditato con una probabilità molto maggiore. Questo meccanismo permette di far diffondere un tratto genetico all’interno di una popolazione in tempi relativamente brevi, anche se questo non fornisce vantaggi evolutivi. Nel caso delle zanzare, questa tecnologia potrebbe essere sfruttata per diffondere un allele recessivo che conferisce sterilità, portando così all’estinzione della specie in circa 11 generazioni, ovvero in un anno. Esperimenti condotti in laboratorio hanno dimostrato la fattibilità di questa estinzione artificiale, ma in ambienti naturali sono già emersi meccanismi di resistenza al gene drive, che richiedono ulteriori studi. Le zanzare modificate geneticamente sono già state testate in ambienti controllati. Ad esempio, l’azienda Oxitec ha sviluppato una tecnologia che prevede la liberazione di zanzare maschi geneticamente modificate, le cui femmine portatrici di un gene letale non sopravvivono fino all’età adulta. Questo metodo ha dimostrato di ridurre la popolazione femminile e, di conseguenza, diminuire le punture e la trasmissione di malattie. Tuttavia, gli effetti sono temporanei, poiché il gene letale tende a scomparire dopo poche generazioni. Un altro esempio è l’introduzione del batterio Wolbachia, capace di impedire alle zanzare di trasmettere virus. Sebbene non sia in grado di infettare tutte le specie di zanzare, esperimenti in Brasile e Singapore hanno dimostrato riduzioni significative nella popolazione di zanzare e nell’incidenza di malattie.

La possibilità di estinguere un’intera specie solleva inevitabili questioni etiche. Anche se la zanzara è una delle principali cause di morte per gli esseri umani, eliminare una specie implica avere impatti imprevedibili sull’ecosistema. Le zanzare sono parte integrante di numerosi cicli alimentari, rappresentando una fonte di cibo per molte altre specie. L’eliminazione potrebbe quindi alterare radicalmente gli equilibri ecologici. Inoltre, esiste il rischio che il gene drive possa accidentalmente diffondersi ad altre specie o sfuggire al controllo umano specifico. Sul tema, il Parlamento Europeo ha proposto una moratoria sull’uso di questa tecnologia in ambienti naturali fino a quando non si saranno raccolti dati più certi sulla sua sicurezza.

La lotta contro le zanzare è un problema attuale, data la loro crescente resistenza agli insetticidi e l’espansione del loro habitat a causa dei cambiamenti climatici. L’estinzione delle zanzare è una possibilità reale, ma l’equilibrio tra il progresso tecnologico e la responsabilità etica rimane delicato, da un lato la salvaguardia della salute umana, dall’altro l’equilibrio dell’ecosistema.

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