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Attentato al Crocus City Hall

La sera del 22 marzo 2024, al Crocus City Hall nell’Oblast di Mosca, un gruppo di uomini in tenuta mimetica e armati pesantemente con fucili d’assalto automatici e fucili da caccia semi-automatici hanno compiuto un attacco terroristico.

Gli attentatori si sono introdotti dopo le 20:00 nella sala concerti uccidendo più di 130 persone e ferendone altrettante. L’attacco è stato condotto prima dell’inizio dello spettacolo di un gruppo rock che aveva fatto il tutto-esaurito nell’auditorium e durante una competizione di ballo allestita in una sala adiacente.
Gli uomini hanno fatto irruzione nell’edificio, dopo aver colpito alcuni civili nel parcheggio, dall’ingresso principale continuando a sparare, per poi dirigersi all’auditorium. Qui, partendo dalla zona del palco e sparando sulla folla, hanno fatto risalire gli spettatori lungo la sala. Successivamente, gli attentatori hanno appiccato il fuoco all’auditorium grazie ad un liquido infiammabile, trasportato in diverse taniche. Alcune delle uscite non sorvegliate erano bloccate (forse a causa degli stessi terroristi). Nella confusione, più di un centinaio di persone sono riuscite a fuggire dall’edificio da diverse uscite. Dopo una ventina di minuti, i terroristi si sono dati alla fuga.
Il tetto della struttura, a seguito dell’incendio, ha ceduto; mentre lo spegnimento dell’incendio ha richiesto svariate ore per via della composizione chimica della sostanza usata come combustibile.

Il Crocus City Hall è situato nel distretto periferico di Krasnogorsk, a Nord-Ovest di Mosca.
La sala concerti è solo una parte del complesso del Crocus City Mall, situato a 20km dal Cremlino. Il centro commerciale comprende anche il centro uffici e la fiera campionaria.
Il Crocus City Hall ha una capienza superiore a 7.000 persone.

L’episodio rimanda immediatamente a quelli dei primi anni del 2000, durante il primo mandato del presidente Putin. Questi vennero perpetrati dai separatisti ceceni di matrice islamistica in risposta alla Seconda guerra cecena.

Al teatro Dubrovka di Mosca, nell’ottobre del 2002, persero la vita diverse decine di persone tra le centinaia prese in ostaggio. L’assedio, durato quattro giorni, si risolse con l’intervento da parte dei gruppi di intervento antiterrorismo russi, con modalità molto discusse che avrebbero portato alla morte alcuni ostaggi.

Nel 2004 alla scuola di Beslan, nel Nord del Caucaso, gli attentatori presero in ostaggio un migliaio di persone (per lo più bambini). A seguito degli scontri tra le forze armate e i ribelli, più di 300 ostaggi persero la vita.

A reclamare l’attentato di venerdì 22 sarebbe lo Stato Islamico (notizia supportata anche dall’intelligence statunitense). L’agenzia di stampa Amaq, legata allo Stato Islamico, ha condiviso nei giorni successivi un video dell’attentato che immortala atti della sparatoria e il taglio delle gole ad alcuni feriti.

Le agenzie d’intelligence statunitense hanno asserito che “i russi erano stati adeguatamente avvertiti” in merito all’eventualità di un attacco terroristico. Avvertimento fatto pervenire dall’Ambasciata statunitense a Mosca ancora a marzo 2024. Inoltre, un allarme era stato diramato, 48 ore prima dell’attentato, dalle ambasciate statunitense e britannica ai loro cittadini presenti nell’area di Mosca.

Pare che un tentativo a fine terroristico fosse già stato sventato dall’FSB in una moschea di Mosca diverse ore prima che il comunicato dell’Ambasciata statunitense fosse diffuso pubblicamente. Questo attacco doveva essere compiuto da elementi dell’ISIS-K – affiliato all’ISIL e originatosi in Afghanistan – lo stesso gruppo che avrebbe condotto quello al Crocus Hall.

Il califfato della provincia di Khorasan si è già macchiato di diversi attentati in Medioriente e altri stati. Questo gruppo estremista si è scontrato con i talebani e con le truppe statunitensi dalla sua fondazione nel 2014 fino al ritiro della NATO dal territorio afgano. A Kabul, in particolare, l’ISIS-K ha rivendicato l’attacco suicida contro l’ambasciata russa nel settembre del 2022.
Il gruppo è ritenuto uno dei più violenti e radicali tra quelli affiliati all’ISIL.
L’ISIS-K ha più volte espresso il proprio risentimento verso la politica di Putin, definita come “oppressiva” verso i fedeli musulmani. Il riferimento è oggi volto alla campagna in Siria e alle operazioni svolte dal gruppo di mercenari Wagner in Africa contro i gruppi terroristici affiliati allo Stato Islamico.

Il livello di sicurezza in una vasta aerea della Russia bianca è stato innalzato dopo l’attentato: grandi eventi pubblici sono stati cancellati nelle più grandi città, le lezioni potranno essere effettuate telematicamente, gli aeroporti e le stazioni principali sono stati allertati.  

L’FSB, il Servizio Federale per la Sicurezza della Federazione russa, ha comunicato l’arresto di 11 sospetti. Quattro di loro risultano essere i terroristi che hanno direttamente compiuto la strage al Crocus Hall.

La vettura usata dagli attentatori è stata ripresa da una dash-cam al loro arrivo al Crocus City Mall; successivamente, sono stati fermati verso il confine russo con l’Ucraina a Sud-Est dalla città di Belgorod intenti a fuggire. L’FSB ha riportato la scoperta di diversi contatti sul suolo ucraino pronti ad aiutare i terroristi nel superamento della frontiera.  Uno degli attentatori è riportato come cittadino ucraino ed ex-combattente nella guerra.

Gli USA hanno comunicato che l’ISIS-K è da ritenere unico responsabile per l’attentato e che le loro intercettazioni avevano rilevato anche l’attentato kamikaze nel gennaio del 2024 in Iran.

Kiev ha comunicato di non essere responsabile in alcun modo; e il portavoce dell’intelligence ucraina avrebbe persino suggerito, senza fornire prove, che dietro all’attentato siano nascosti i servizi segreti russi per legittimare l’inasprimento del conflitto.

L’Ucraina, data la sua situazione interna, è un buon nascondiglio per i terroristi interessati a colpire la Russia: l’esercito di Kiev potrebbe essere una via per avvicinarsi ai territori russi.
È noto che parte dei mercenari militanti in Ucraina vengono reclutati dalle ambasciate di Kiev in Asia centrale e in Medioriente tramite i loro canali social. Nulla vieta a (ex)-terroristi provenienti da questi paesi di arruolarsi. Una volta arrivati in Ucraina, sono liberi di perpetrare i loro attentati, sfruttando gli stessi passaggi e conoscenze che usano i sabotatori ucraini per passare il confine. Stando alle fonti dell’FSB, infatti, almeno uno dei terroristi sarebbe tagico.

Anche l’addestramento ricevuto durante il conflitto potrebbe essere utile a questi terroristi, così come armamento e materiali vari recuperabili dai rifornimenti dell’esercito ucraino potrebbero essere sfruttati durante gli attentati. Si sa che diversi rifornimenti bellici occidentali, come i sistemi anticarro Javelin, siano finiti nelle mani dei gruppi terroristici dell’ISIS e usati in Medioriente.  Allo stesso tempo, USA e UK, tramite le loro agenzie di intelligence, sono spesso sotto i riflettori per presunti finanziamenti a svariate organizzazioni terroristiche e regimi dittatoriali. Tra questi, svariati gruppi dell’ISIS erano stati finanziati dagli statunitensi, come testimoniarono Hillary Clinton a Fox News e Obama in un discorso ufficiale. Accadde lo stesso con i talebani finanziati in funzione anti-sovietica in Afghanistan. Ciò renderebbe anche le potenze anglosassoni indirettamente responsabili. Peggiore sarebbe uno scenario nel quale le cellule terroristiche dormienti in Europa potrebbero compiere attentati nelle principali città con armi fornite dagli stessi membri NATO.

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