Quando è il libro a non farsi leggere

I libri per natura vengono scritti per essere letti, per essere compresi o perlomeno per lasciare un messaggio. Eppure, esiste un libro che, ironicamente per sua stessa natura, nessuno, in tutta la sua vita, considerando l’aspettativa di vita attuale, potrà mai terminare di leggere. O, nell’ipotesi molto remota che potesse accadere, un libro impossibile da comprendersi in tutti i suoi significati.

Si tratta di un’opera di 10 pagine.

Nel 1961 Raymond Queneau pubblicò Cent mille milliards de poèmes.
Si tratta di una raccolta di poesie; sostanzialmente, si potrebbe dire, una raccolta sperimentale. Ciascuna delle 10 pagine contiene un sonetto: un componimento poetico di 14 versi endecasillabi che segue lo schema metrico abab/abab/ccd/eed.
La particolarità del libro, o per certi versi l’innovazione, sta nel fatto che le pagine sono divise in bande orizzontali, ognuna delle quali racchiude un verso. Pertanto, l’opera non contiene solo le 10 liriche stampate su carta, bensì ciascun lettore ha la possibilità di scambiare i versi, muovendoli in base alla suddivisione orizzontale decisa dall’autore.
Questo si traduce nel fatto che chiunque legga possa costruire la propria poesia, lasciando il risultato della combinazione al caso oppure alla sua sensibilità o alle emozioni del preciso momento in cui legge.

Raymond Queneau (Le havre, 1903 – Parigi, 1976), scrittore, poeta e
drammaturgo francese, sostanzialmente ha scritto un libro interattivo di poesia combinatoria. Si tratta di un’opera rivoluzionaria e innovativa sia per l’interdisciplinarietà che la caratterizza sia per il meccanismo con cui esso funziona.
Da un lato, si unisce il lato eterico e spirituale della poesia, che si intravede anche nella potenziale casualità con cui le liriche possono nascere, e l’analiticità e il rigore della matematica combinatoria. Dall’altro, il libro anticipa le modalità di sviluppo e di funzionamento dei più moderni software informatici. Come del resto in tutta la letteratura combinatoria che ne seguirà, l’opera diventa anche una scatola di gioco in senso lato, in cui il fruitore può costruire e smontare il tutto a suo piacimento.

Riportando le parole dell’autore: “Contando 45 secondi per leggere un sonetto e 15 secondi per girare le strisce, e ipotizzando di farlo per 8 ore al giorno, 200 giorni l’anno, avremo più di un milione di secoli di lettura da fare, e, considerando invece di leggere per tutto il giorno per 365 giorni l’anno scenderemmo comunque a ben 190258751 anni (ignorando anni bisestili e altri dettagli)”.

Cent mille milliards de poèmes rappresenta un dettaglio di cultura generale, il quale, che si conosca o si ignori, lascia conseguenze comuni nel nostro mondo attuale e che ironicamente simboleggia proprio un esempio di un libro che non vuole farsi leggere.

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